ABDUZIONE: movimento, attivo o passivo, d’allontanamento di un segmento del corpo dalla parte mediana del corpo stesso o dal segmento del corpo cui è collegata. Movimento opposto all’adduzione.
ADDUZIONE: movimento, attivo o passivo, che permette l’avvicinamento di un segmento del corpo (es. gamba) all’asse mediano del corpo stesso o alla parte di questo cui è collegato. Movimento contrario all’abduzione.
AMBIENTE DI LAVORO: (art. 62 D. Lgs.81/08) luoghi destinati a ospitare posti di lavoro, ubicati all’interno dell’azienda o dell’unità produttiva, nonché ogni altro luogo di pertinenza dell’azienda accessibile al lavoratore nell’ambito del proprio lavoro.
ANALISI DEL COMPITO (TASK ANALYSIS): tecnica che serve a rappresentare le azioni che l’utente deve eseguire per lo svolgimento di un compito. Il compito viene scomposto partendo dalla sua descrizione globale fino ad arrivare alla descrizione delle singole azioni necessarie per la sua esecuzione. Attraverso tale scomposizione in sotto-compiti si ottiene una rappresentazione ad albero, di tipo gerarchico, di tutte le azioni richieste all’utente. L’analisi del compito si basa sulla creazione di un elenco di tutte le operazioni, che l’utente deve eseguire e di tutte le informazioni che sono necessarie per raggiungere gli obiettivi dell’analisi.
ASSI DEL CORPO UMANO: longitudinale (perpendicolare alla base di appoggio quando il corpo è in posizione eretta), trasversale (attraversa il corpo umano da sinistra a destra ed è perpendicolare all’asse longitudinale), sagittale (in direzione antero-posteriore e perpendicolare all’asse longitudinale e trasversale).
ATTIVITÀ LAVORATIVA: attività costituita da uno o più compiti, ripetitivi o non ripetitivi. In generale, un’attività lavorativa può essere costituita da uno o più compiti ripetitivi o non ripetitivi.
AZIONE TECNICA: non corrisponde al singolo movimento articolare, ma all’insieme di gesti e movimenti di uno o più distretti articolari finalizzati al compimento di un’operazione elementare.
CICLO: sequenza di azioni tecniche di durata relativamente breve che viene ripetuta più volte sempre uguale a se stessa.
COMPITI COMPOSITI (MULTI-TASK): quando oggetti di un solo peso vengono sollevati e posizionati secondo differenti geometrie, cioè in differenti aree di presa e di deposito (differenti altezze degli scaffali, e/o differenti profondità con o senza torsioni del tronco ecc.). In pratica, perciò, ogni geometria prende il nome di SUBTASK.
COMPITI SEQUENZIALI: nel corso del turno di lavoro giornaliero è possibile che l’operatore debba eseguire numerose sequenze di sollevamento ognuna coinvolgente carichi differenti per peso e dimensioni, secondo modalità di movimentazione variabili. In tal caso l’operatore effettua un tipo di movimentazione in una postazione di lavoro per un certo periodo di tempo, al termine del quale si trasferisce in un’altra postazione per eseguire un’attività di sollevamento diversa da quella precedente coinvolgente altri oggetti e secondo geometrie di movimentazione differenti.
COMPITO: attività o sequenza di azioni; se “ripetitivo”, è caratterizzato da sequenze di azioni di durata relativamente breve, dette “cicli” o “azioni cicliche”, che si ripetono più volte, uguali a loro stesse (ad es. apertura carburatore).
COMPITO SINGOLO (MONOTASK): compito in cui sono sollevati carichi dello stesso peso in una sola variabile di area rispetto all’inizio (origine) e alla fine (destinazione) del sollevamento.
DEVIAZIONE RADIALE: curvatura della mano all’altezza del polso in direzione del pollice.
DEVIAZIONE ULNARE: curvatura della mano all’altezza del polso in direzione del mignolo.
DISTURBO MUSCOLO-SCHELETRICO: patologia che ritrova la sua causa nella degenerazione dei dischi della colonna vertebrale, Nell’affaticamento muscolare o nell’infiammazione delle strutture tendinee a causa dell’assunzione di posture inadeguate. Ciò può avvenire per esempio a causa dell’errata scelta e disposizione degli arredi al VDT, di posizioni di lavoro fisse e mantenute per tempi prolungati, o di movimenti rapidi e ripetitivi delle mani (es. digitazione o uso del mouse per lunghi periodi). Si presentano sintomi quali senso di peso, senso di fastidio, dolore, intorpidimento e rigidità che generalmente colpiscono collo, schiena, spalle, braccia e mani.
DURATA DELLO SFORZO: % di tempo, rispetto alla durata del ciclo, in cui si applica lo sforzo.
FATICA (muscolare): stato fisiologico di perdita transitoria della capacità di lavoro conseguente al lavoro precedente svolto. Si può manifestare con sensazione di debolezza, discomfort, fatica, aumento della percezione dello sforzo, diminuzione della forza muscolare, perdita di controllo neuromuscolare.
FLESSIONE: movimento che determina la diminuzione dell’angolo compreso fra le parti del corpo.
FORZA: impegno meccanico (biomeccanico) richiesto per compiere una o più azioni tecniche. Per quantificare la forza possono essere adottate metodologie diverse:
stima semi-quantitativa della forza esterna attraverso il peso degli oggetti movimentati, ovvero tramite l’utilizzo di dinamometri (non sempre la forza è correttamente esprimibile tramite il peso dell’oggetto movimentato; non sempre i dati ottenuti vengono correttamente integrati con parametri di tipo biomeccanico; non sono sempre disponibili adeguati strumenti di misura);
definizione della forza interna mediante tecniche di elettromiografia (metodologia con elevatissimi standard di precisione, ma di difficile applicazione sul campo). Per superare tali difficoltà, si ricorre ad una scala apposita, denominata “scala di Borg”, con la quale si esprime numericamente (con valori da 0 a 10) lo sforzo muscolare percepito a carico di un determinato comparto corporeo. I risultati ottenuto dall’applicazione della scala di Borg possono essere paragonabili, in linea generale/grossolana, ai dati ottenuti da elettromiografia, a condizione che la stessa venga applicata ad un numero di lavoratori sufficientemente rappresentativo ed avendo l’accortezza di escludere dall’indagine le seguenti categorie di operatori: lavoratori portatori di patologie a carico degli arti superiori; lavoratori neoassunti (in generale con anzianità lavorativa minore di 12 mesi); lavoratori con caratteristiche antropometriche estreme, vale a dire soggetti con misure antropometriche non rientranti nell’intervallo 5 – 95simo percentile; lavoratori non in grado di motivare il valore di forza da essi stessi attribuito (come indicato successivamente).
FORZA DI ARRESTO: forza applicata per fermare un oggetto in movimento durante un’azione di traino o spinta, imprimendogli una decelerazione.
FORZA DI MANTENIMENTO: forza applicata per mantenere in movimento un oggetto durante un’azione di traino o spinta, per mantenerlo ad una velocità più o meno costante.
FORZA INIZIALE o di PICCO: forza applicata per mettere in movimento un oggetto durante un’azione di traino o spinta, imprimendogli un’accelerazione.
LAVORO A CICLI O RIPETITIVO: compito caratterizzato da CICLI.
LAVORO MONOCOMPITO: lavoro composto da un singolo compito.
LAVORO NON CICLICO: compito non caratterizzato da cicli.
LINEA DI SIMMETRIA: la retta rispetto alla quale le parti del corpo si corrispondono ugualmente fronte a fronte.
MANSIONE LAVORATIVA: attività costituita da uno o più compiti, ripetitivi o non ripetitivi (ad es. meccanico).
MASSA CUMULATIVA o CUMULATA (per azioni di sollevamento e trasporto): il peso movimentato in un dato intervallo di tempo, ovvero il prodotto della massa trasportata per la frequenza di movimentazione.
MOVIMENTI RIPETUTI o RIPETITIVI: operazioni comportanti ripetizione di movimenti degli arti superiori, manipolando oggetti di peso ridotto (fino a 3 kg) e ad alta frequenza (più di 1 volta ogni 5 minuti). Un’attività lavorativa può essere caratterizzata da uno o più compiti ripetitivi alternati ad altri non ripetitivi.
PAUSA: periodo di tempo, nel turno lavorativo, in cui non viene svolta attività lavorativa (ad es. pausa fisiologica, pranzo). Vedi anche “Periodo di recupero”.
PERCENTILE: misura che indica la posizione dei valori che sono maggiori di una certa proporzione di casi. I percentili dividono la distribuzione di una serie di valori in 100 parti di uguali dimensioni. Così chi si trova, ad esempio, al 91° percentile di una distribuzione, sa che 91 persone su 100 che compongono tale distribuzione faranno registrare un valore numerico inferiore, mentre 9 persone su 100 otterranno un valore superiore. Quando i valori sono distribuiti in modo normale il cinquantesimo percentile corrisponde alla mediana.
PERCENTUALE DI MCV (Massima Contrazione Volontaria): massima contrazione che l’individuo può volontariamente esprimere, espressa in %. Lo stesso che “%MS”.
PERCENTUALE DI MS (sforzo massimo o forza massima %): per ogni singolo sforzo la quantità di fatica muscolare localizzata e la rapidità del suo insorgere dipendono dall’intensità e dalla durata dello sforzo stesso. L’intensità dello sforzo è espressa come % della forza massima “%MS”, pari al rapporto in % tra la forza richiesta per eseguire il compito e la forza massima(le) del lavoratore. Tenuto conto che la forza richiesta è costante, mentre quella massima varia tra gli individui e a seconda del compito svolto, %MS riflette l’incremento di sforzo tra gli individui della popolazione lavorativa. Posture disagevoli o non neutrali o attività svolte con maggiore velocità diminuiscono la forza massima(le) e di conseguenza aumentano l’intensità dello sforzo richiesto, accelerando l’insorgenza di fatica muscolare localizzata che rappresenta la manifestazione fisiologica dello sforzo.
PERIODO DI RECUPERO: periodo di tempo, nel turno lavorativo, in cui non vengono svolte le stesse azioni tecniche svolte in precedenza e durante il quale è presente una sostanziale riduzione dell’attività di uno o più gruppi muscolari (ad es. pause di lavoro, pause pranzo, presenza di periodi, all’interno del ciclo, che comportano il completo riposo dei gruppi muscolari altrimenti impegnati, ecc.). La mancanza o l’insufficiente durata dei periodi di recupero può rappresentare un fattore di rischio.
PESO LIMITE RACCOMANDATO (RWL): carico massimo sollevabile da un operatore nelle condizioni di movimentazione imposte dall’attività lavorativa in esame senza che questi sia esposto a rischio. È il prodotto fra la costante di peso (o massa di riferimento, 23 Kg secondo Niosh) e 6 fattori dipendenti dalle geometrie e dall’organizzazione di lavoro.
PIANI ANATOMICI: piani immaginari disegnati attraverso il corpo che consentono la descrizione dei movimenti e delle posture.
PIANO DI SIMMETRIA: piano che divide il corpo in due parti uguali.
PIANO FRONTALE: piano verticale e parallelo alla fronte, che divide il corpo in parte anteriore e posteriore.
PIANO SAGITTALE o MEDIANO: piano che decorre in senso antero-posteriore e divide il corpo in due parti, destra e sinistra.
PIANO TRANSVERSO: in posizione eretta è il piano orizzontale che divide il corpo in due metà, superiore e posteriore.
POSTO DI LAVORO: l’insieme che comprende le attrezzature munite di videoterminale, eventualmente con tastiera ovvero altro sistema d’immissione dati, ovvero software per l’interfaccia uomo-macchina, gli accessori opzionali, le apparecchiature connesse, comprendenti l’unità a dischi, il telefono, il modem, la stampante, il supporto per i documenti, la sedia, il piano di lavoro, nonché l’ambiente di lavoro immediatamente circostante.
POSTURA: posizione del corpo umano nello spazio e relativa relazione tra i suoi segmenti corporei.
POSTURA DINAMICA: postura assunta mentre si è in movimento (ad es. camminare, piegarsi in avanti ecc.).
POSTURA IDEALE (per la movimentazione manuale): eretta e simmetrica, mantenendo una distanza orizzontale tra il baricentro dell’oggetto movimentato (approssimata dalla proiezione verticale del punto centrale delle mani nel punto di impugnatura) e il baricentro dell’operatore (approssimata dal punto centrale tra i malleoli interni delle caviglie) a meno di 0,25 m, nonché l’altezza della presa a meno di 0,25 m sopra l’altezza delle nocche.
POSTURA INCONGRUA: una postura può definirsi incongrua se, nel breve periodo, può comportare un disagio e, nel lungo periodo, può provocare una patologia.
POSTURA NEUTRA: posizione fisiologica in cui le articolazioni sono in perfetto allineamento biomeccanico e le curvature fisiologiche della colonna vertebrale sono preservate. La postura neutra è anche la posizione di riposo delle articolazioni.
POSTURA STANDARD: postura di riferimento utilizzata per la progettazione del luogo di lavoro, grazie alla quale è possibile determinarne posizioni e dimensioni.
POSTURA STATICA: posizione fissa del corpo che si protrae nel tempo, nella quale si riscontra una contrazione senza movimento.
PRONAZIONE: movimento di rotazione dell’avambraccio verso l’interno con il palmo della mano aperto verso il basso. Movimento opposto alla SUPINAZIONE.
RACHIDE: struttura portante del nostro corpo costituita da ossa (vertebre), dischi intervertebrali, muscoli e legamenti.
ROTAZIONE: movimento di un segmento corporeo attorno al suo asse principale.
ROTAZIONE ESTERNA: rotazione di un segmento del corpo opposta all’asse mediano del corpo stesso.
ROTAZIONE INTERNA: rotazione di un segmento del corpo verso l’asse mediano del corpo stesso.
SCALA DI BORG: classificazione dello sforzo percepito, ovvero Scala CR-10 (Category-Ratio anchored at the number 10) ovvero scala di percezione dello sforzo (RPE, Rate of Perceived Exertion), chiamata anche scala RPE. Essa valuta la percezione soggettiva dello sforzo muscolare in qualsiasi parte del corpo, in termini di entità o intensità durante lo svolgimento di un’attività fisica. Deve il suo nome al suo ideatore, Gunnar Borg, che intorno agli anni 50′ introdusse per primo il concetto della percezione dello sforzo. La relazione tra i risultati della scala CR-10 e la forza esercitata (espressa in % MVC massimo) è: 10*CR-10 = forza in %.
SPINTA (ISO 11228-2): sforzo fisico nel quale la forza motrice è esercitata di fronte al corpo e in senso opposto ad esso, mentre il corpo è fermo in posizione eretta o si muove in avanti.
STEREOTIPIA: movimento compiuto in modo ripetitivo e continuo.
SUB-COMPITO: vedi COMPITI COMPOSITI.
SUPINAZIONE: movimento di rotazione dell’avambraccio verso l’esterno, con il palmo della mano rivolto verso l’alto.
TEMPO DI CICLO: intervallo di tempo, in secondi, che intercorre tra l’inizio di un ciclo di lavoro e il momento in cui lo stesso ciclo viene ripetuto. Nello Strain Index il tempo di ciclo indica la durata media del ciclo “faticoso” in cui si esprime lo sforzo in esame.
TRAINO (ISO 11228-2): sforzo fisico nel quale la forza motrice è esercitata di fronte al corpo e diretta verso il corpo stesso, mentre il corpo è fermo in posizione eretta o si muove all’indietro.
0 commenti